martedì 2 novembre 2010

...diceva sempre di crederci, credere per raggiungere “il sogno”


Il fiudiciario provinciale dell'Ussi Antonio Buratto scrive al presidente Oreste Vigorito una splendida lettera della quale in esclusiva abbiamo la copia che pubblichiamo per i nostri lettori...


Lettera ad un amico.
Anni addietro conobbi un uomo. Bella scoperta si dirà!
In realtà ne ho conosciuti e ne conosco tanti, ma questo è uno di quei pochi che non si dimenticano e lasciano un segno indelebile per sempre.
L’uomo era abituato a dare approssimativi calci ad un pallone su incredibili campi di periferia, un dì venne attratto da una vecchia tipografia e lì, il dolce veleno di piombo ed inchiostro si fuse con globuli bianchi e rossi. Ammaliato da quel profumo, si pose nel taschino della giacca un block notes e biro, prese una “lagomarsino” ed iniziò il ticchettio che ben presto lo portò sulle pagine de “Il Mattino”, “Roma”, “Tuttosport” ed altre testate giornalistiche.
Amava il calcio ed il passo fu breve nel portarsi dietro la scrivania di una gloriosa società quel’è l’US Avellino, dove venne espressamente chiamato dall’allora presidente Elio Graziano, dal 1985 all’88 conobbe la serie A con calciatori di grosso calibro, fra tutti Ramon Angel Diaz e Walter Schachner.
Ciro, da giornalista e nel pieno della sua attività, un giorno si mise ad ascoltare il vento, pensando di poterlo descrivere, ma non vi riuscì. Poi quando vide Oreste con i pugni protesi al cielo sulle montagne di Montefalcone Valfortore, dove erano stati piantati dei tralicci, ebbe il sentore, di averlo trovato negli squarci d’azzurro tra nuvole e cielo. Si, perché suo fratello Oreste è l’uomo che sa parlare al vento e sa conquistare cuori con inarrivabile profonda delicatezza.
Ciro, nella vita si è sempre sentito solo spettatore ininfluente pronto ad assistere premurosamente alle alte acrobazie di Oreste.
Correva l’a.d. 1993, la sfida, iniziata per caso, era cominciata! L’eolico per il fratello Oreste fu amore a prima vista con le dodici torri di Montefalcone, imponenti, ariose ed allegre come i “bimbi” che innalzano aquiloni al vento. Oreste dai capelli ribelli e con gli occhi lucidi aveva vinto la sfida, era nata la IVPC (Italian Vento Power Corporation), oggi un colosso mondiale del settore.
Ciò, appartiene al saggio che ha dedicato al fratello Oreste dal titolo “tra nuvole e vento”.
A Ciro non potevi mentire, quegli occhi ti entravano dentro e di beccavano, poi ridevano sornioni ma non ti rimproveravano perché sapevi di essere stato beccato a rubare la marmellata.
Con la frase “mi compro un’emozione” giunsero le “Idi di marzo” e nella terra dei sanniti, con il cuore dipinto di giallorosso, per Oreste venne il giorno del pallone. Presso la sede della Provincia di Benevento, con il presidente Carmine Nardone, nelle veste di notaio, anch’io presente all’avvenimento, venne chiuso il passaggio con l’allora proprietario Older Tescari e Cosimo Napolitano presidente.
Ennesima sfida da vincere, per Oreste, affiancato da un giulivo Ciro, emozionarsi nel vedere una sfera gonfiare la rete, miscelata al profumo delle vittorie con l’amarezze delle sconfitte. Con il piglio carismatico di chi ha in mano la scintilla del comando, per Oreste il sogno continua…inseguendo un gol. Quei colori giallorossi che vuole portare sempre più in alto, sino a raggiungere il suono del diapason del successo. Un trionfo che ad oggi è rimasto strozzato in gola. Ma la delusione non è scolpita solo nel cuore di Oreste, anche tu caro Ciro, non hai mai abbandonato l’idea di un possibile trionfo per il quale non hai potuto gioire.
Di lui mi sono rimaste scolpite nel cuore due cose: mi diceva sempre di crederci, credere per raggiungere “il sogno”. L’altra, più terrena, quando tuo fratello Oreste, per motivi non dovuti alla sua volontà, fu costretto a disertare il Santa Colomba e tu, caro Ciro, con grande coraggio andasti in panchina e nel sentire gli scroscianti applausi dei tifosi, ti portasti la mano destra sul cuore. Un gesto umile e signorile. Un gesto che migliaia di persone non dimenticheranno mai.
Credici Ciro, credici perché ti vogliamo tutti bene. Credici perché di amici veri ne hai tanti.
Mi hai fatto sognare Ciro, sognare incrociando i tuoi occhi che sorridevano, sognare quando mi raccontavi come crescono i ragazzi delle giovanili, dei loro successi nazionali, i tuoi fiori all’occhiello, dove fra tutti spicca Antonio Junior Vacca, il tuo figlioccio acquisito.
Come dice Forrest: “la vita è una scatola di cioccolatini, non sia mai quello che ti capita”, tanto che un tempo si diceva “Dio dà, Dio toglie”. Ciro diceva “Dio dà e basta, tu gli appartieni, la tua anima è la sua che interesse ha a togliere?”.
Invece gli orientali sostengono che i mali del corpo sono quelli dello spirito, il corpo si ammala quando si ammala lo spirito. Io non so se è vero ma Ciro diceva che il male quando meno te ne accorgi entra in te e lì dorme finché, quando meno te lo aspetti, si sveglia e fa un gran macello. Proprio quello che ha combinato, lasciando tutti di stucco, rubandoti alla vita terrena, facendo un casino del diavolo.
Purtroppo è andata così, al “Gladiatore sannita” Ciro è venuto meno un anello importante della vita terrena, voleva conquistare un’altra immensa gioia, ma il suo “amico pallone”, per almeno un biennio gli è l’ha negata.
Ma il “Gladiatore” continuerà a guardarci ed a guidarci, con i suoi innumerevoli consigli e le arrabbiature di sempre, perché le sue idee ed i suoi obiettivi saranno nostri, non moriranno mai.
Ora ti abbraccio Ciro, ma voglio ricordarti, sereno e spensierato, come nella foto che hai posto in coda al saggio, da te realizzato in silenzio, sorprendendo tutti, “tra nuvole e vento”, dove assieme al l’inseparabile fratello Oreste, quando nel fare “il riposo dei lupi di mare”, mangiate il panino con “puparule, sacicc’ e friariell”, da persone semplici e genuine.
“All’uomo che sussurra al vento e parla al cuore”, sono certo che gli starai sempre vicino, io ti chiedo “fammi sognare, ma con tutti e due gli occhi rivolti al futuro”.
Antonio Buratto
Fiduciario Provinciale USSI Benevento

L'INTITOLAZIONE DELLO STADIO S. COLOMBA A CIRO VIGORITO, STASERA TOCCA AI CAPIGRUPPO PER IL SI' ANCHE POLITICO


Il sindaco Fausto Pepe, sensibile alle centinaia di appelli degli sportivi, oltre che alle richieste di svariati consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione ha portato l'argomento in giunta dove è stato trovato un accordo di massima. L'ultima parola per una questione di correttezza toccherà ai capigruppo...


La giunta comunale riunita stamani per decidere tra i tanti argomenti anche dell'intitolazione del S. Colomba a Ciro Vigorito si è detta d'accordo in linea di massima e per la maggioranza. Per una questione di stile, forma ed anche di carattere politico, però, il primo cittadino Pepe e gli stessi assessori prima di ufficializzare intendono raccogliere anche il "sì" politico dei capigruppo dei partiti rappresentati a palazzo Mosti sia di maggioranza che di opposizione che si riuniranno alle ore 17, dopodichè ci sarà o meno l'annuncio. Ma in tal senso non dovrebbero esserci sorprese visto che proprio Giuseppe Zollo capogruppo di lelatà per Benevento e Gennaro Santamaria capogruppo dell'Udc sono stati anche firmatari di una mozione personale.
E'stata una dimostrazione di grande sensibilità, di tempismo, coerenza, ma anche di voglia di fare quella del sindaco Fausto Pepe e della sua giunta che a distanza di una settimana esatta dalla scomparsa di Ciro Vigorito, evento che ha coinvolto emotivamente e non solo l'intero Sannio, anche quello non calcistico, hanno discusso tra gli argomenti all'ordine del giorno della giunta comunale, d'intesa con altri amministratori, l'intitolazione dello stadio S. Colomba a Ciro Vigorito.
Stamani alle 12 si è svolta la riunione. Dopo ben trentuno anni di vita dello stadio S. Colomba, dunque, a meno di sorprese finalmente ci sarà la denominazione. E diciamolo francamente, Ciro Vigorito nei cinque anni di gestione giallorossa ha dimostrato di tenere a quell'impianto come se fosse una sua "creatura" curandolo e migliorandolo in tutto e per tutto. Ora è uno stadio vero, con servizi igienici adeguati, con infrastrutture belle, impianto d'illuminazione reso agibile, spogliatoi tinteggiati, sala stampa da fare invidia a società di serie A, terreno di gioco adeguato anche ad appuntamenti internazionali con spese mensili esose a carico suo e del fratello. Non ce ne voglia nessuno, ma al di là di meriti extra, forse è quello più degno dell'intitolazione.
Ciò per non parlare delle opere di beneficenza fatte per i giovani, famiglie bisognose, case-famiglie e associazioni varie, oltre ad ulteriori opere come la palestra, l'antistadio, un altro campo per gli allenamenti, l'impianto d'illuminazione dello stesso antistadio. E poi, merita un discorso a parte la funzione di educatore, non solo dei giovani sanniti con svariate attività parallele e di crescita. "Non voglio grandi calciatori, ma prima dei veri uomini con il senso civico e del rispetto verso gli altri". Questo il suo motto. Il motto di un uomo che si commuoveva se un suo ragazzo veniva promosso a scuola e che di nascosto dava i cento euro a quelli che sapeva ne avevano bisogno. Inculcato alla stessa tifoseria il senso dell'ospitalità e dell'accoglienza, oltre che della sportività.
L'iniziativa di Fausto Pepe risponde in pieno a quella che è stata l'istanza popolare di centinaia, o meglio di migliaia di sportivi in questi terribili giorni, ma anche di non calciofili ammirati dall'integrità dell'uomo, dai valori, dalla disponibilità, dalle opere.
Complimenti a tutti, è il caso di dirlo, in attesa dell'eventuale annuncio ufficiale previsto proprio per stasera a meno, lo ripetiamo, di sorprese.

Oreste Vigorito ha dato un'altra forte prova di vicinanza ed affetto condividendo con la gente sannita il suo dolore


Il presidente giallorosso non ha rilasciato dichiarazione ma ha ringraziato tutti in maniera eloquente e commossa ed ha annunciato che in questa settimana tornerà in città per parlare con tutti i collaboratori...

Ha dato un'altra incredibile, forte ed eloquente prova d'affetto, riconoscenza e vicinanza. Oreste Vigorito a soli cinque giorni dalla scomparsa del fratello, contrariamente a quanto annunciato in un primo momento, ieri pomeriggio all'ultimo istante è piombato al S. Colomba, accompagnato dai nipoti Gaetano e Massimo Vigorito, i figli di Ciro che per la prima volta sono venuti a Benevento ed hanno avuto modo di conoscere e toccare con mano la bontà della gente sannita. I due hanno pianto e si sono commossi, quasi meravigliati da tanto affetto per il loro "grande" papà.
Tornando ad Oreste, con uno stile ed una signorilità commoventi è sceso in campo facendo il giro completo, cercando e abbracciando virtualmente tutti e sottolineo tutti gli spettatori per la prova di solidarietà data in questi giorni. Ed ha capito che i presenti stavano lì non per la partita ma per Ciro. Ha pianto, salutato e anche lui si è meravigliato, specie quando ha visto comparire come per incanto dalla curva sud quella gigantografia di Ciro. Diciamolo pure, ci ha regalato ed ha vissuto a sua volta nuove emozioni in un pomeriggio che se ce ne fosse bisogno ha rinsaldato ancora di più i rapporti tra i Vigorito e la gente sannita. Un qualcosa di veramente intenso e speciale.
Oreste non ha rilasciato dichiarazioni, ma è come se ne avesse fatte mille. Bastava guardarlo negli occhi e capire l'amore ed i sentimenti che ha provato in un pomeriggio che difficilmente sarà dimenticato e che sicuramente è stato guidato da lassù dalla "mano" di Ciro Vigorito che certamente avrà sorriso, ma si sarà anche rammaricato per tutte quelle palese manifestazioni d'affetto rivolte alla sua figura perchè lui, come noto amava schivare ciò...
Il presidente giallorosso ha già annunciato che in questi giorni tornerà in città per intrattenersi con i più stretti collaboratori del Benevento Calcio spa e rassicurarli sulla continuazione e la nuova suddivisione dei compiti. Una sorta di integrazione anche se sarà "impossibile" non avvertire e non sentire l'assenza di Ciro vera "anima" della società. Ma proprio per questo ognuno dovrà aumentare sforzi ed impegni per rispettare il suo volere e ciò che desiderava.
Al di là di ciò da ieri Vigorito ed il Benevento sono ancora di più un cuore ed un'anima, al di là del calcio e ancora una volta battendo e distruggendo avversità e contrarietà di ogni tipo, il progetto giallorosso continua e continuerà, con più forza e voglia di prima...